lunedì 4 agosto 2014

Storia di un rondone lasciato indietro


Qui in città ogni estate arrivano i rondoni. E molti appartamenti ospitano nelle intercapedini delle finestre i loro nidi stagionali. Da noi occupano quella dell'ultima stanza della casa. Ormai sono anni che ci fanno compagnia. Ma è già da un po' che non si vedono (e sentono) più, che ci hanno lasciato per posti più caldi.
Nel cassettone che ospita la tapparella, però, io sentivo ancora del movimento. Mah, dicevo tra me, sarà una mia suggestione!
Ma poi, venerdì sera, ecco che troviamo un rondone accasciato per terra. Presto lo prendiamo e lo riponiamo al suo posto, nell'intercapedine che ospita la tapparella. Poi però mi viene il dubbio: è stato lasciato indietro e se non ce ne prendiamo cura, morirà di certo. Così decidiamo di accudirlo. Ma come si fa?
Cerca su Google, guarda video su Youtube, leggi istruzioni della LIPU, telefona al 1515 e alla guardia medica (veterinaria). Nella Provincia di Latina non c'è un servizio di tutela della fauna selvatica: non ci sono fondi e la sezione di Latina della LIPU ha chiuso anni fa. Al Corpo Forestale, che ho chiamato per avere indicazioni (anche perché certe specie sono protette e la legge vuole che se si trova  un animale selvatico si si debba rivolgere agli organi preposti, tipo il Corpo di Polizia Provinciale per il recupero degli animali selvatici), mi hanno risposto, con un tono un po' scocciato, che non potevano certo inviarmi una squadra per un rondone!
E che chiamo per avere il Corpo Forestale a casa mia?
Insomma per quella sera ce la dobbiamo vedere da soli. Compriamo un po' di omogeneizzato, una siringa e un contagocce in farmacia e così lo nutriamo, senza esagerare.
Il giorno dopo chiamo la LIPU di Roma e mi faccio dare qualche indicazione più utile al mio caso specifico. Ecco le cose che ho imparato e che voglio condividere perché non sono informazioni così immediate da reperire:
- Se le ali sono più lunghe della coda, può volare.
- Se non si notano lesioni evidenti, anche ad un tocco leggero, prenderlo per la coda e metterlo a testa in giù. A questo punto cercare di capire se muove le ali in modo armonico. L'esemplare di cui parliamo, ad esempio, e che chiameremo Donato, rimaneva a testa in giù si avvitava su sé stesso, quindi aveva qualche problema.
- I rondoni non mangiano e non bevono se non in volo. Quindi per nutrirli bisogna aprirli il becco. Per farlo correttamente e non rovinarglielo, non si deve cercare di aprirlo dalla punta, ma tirando la pelle sotto il becco (facendo attenzione a non tirare le piume) e poi bloccare l'apertura con un dito a lato. A questo punto infilare il cibo in bocca con un altro dito, penetrando finché l'animale in automatico si muoverà per ingoiarlo. Non si dovrà esagerare nello spingere il cibo in gola, ma neanche si deve rimanere troppo vicino al becco, perché in questo caso l'uccello tenderà a rifiutare ciò che gli si porge.
- Per il poco che lo si terrà, si può nutrirlo anche solo con piccole palline di carne macinata.
- L'acqua gli va somministrata con l'aiuto del contagocce: bagnare la punta del becco con una mini goccia di acqua, facendo attenzione a non farla entrare nei fori da cui respira. Sarà poi lo stesso animale che provvederà ad ingerirla, se avrà sete.
- Tenerlo in una scatola forata per il passaggio dell'aria. Chiudere la scatola perché altrimenti cercherà di uscire, rischiando di farsi male e di andarsi ad infilare nei posti più stretti della casa.
- Foderare la base della scatola con carta assorbente.
- Se si tratta di un esemplare adulto, come era Donato, lo si potrà nutrire anche quattro-cinque volte al giorno, dalle 8.00 alle 20.00 (poi dormono); invece se è un pulcino, la cosa si fa molto più complicata (da piccoli piccoli devono mangiare ogni mezz'ora). Ma io mi esprimo solo sul mio caso.
- Se si agiterà tanto nella scatola è perché vuole uscire. È normale. Ma finché non si è certi che possa volare, tenerlo lì.
- Non maneggiare troppo l'animale: è selvatico e deve restare tale, non abituarsi all'interazione con l'uomo; più lo si maneggia più lo si stressa.
- Non avvicinarsi al loro becco con la testa, specie con gli occhi: sono grandi e loro ci vedono come dei predatori, quindi per difesa cercheranno di beccarceli.
Spero di non aver dimenticato qualcosa. Torniamo a noi: siamo a domenica.
Donato, chiuso lì nella sua scatola era sempre più irrequieto; inoltre, se preso per la coda e messo a testa in giù, muoveva le ali velocissimo e puntava il capino in alto. Allora abbiamo pensato di liberarlo in uno spazio aperto, senza troppi ostacoli.
Beh, non ho fatto neppure in tempo a dargli una spinta in su, che già mi era sfuggito di mano. Volava sopra di noi in giri concentrici, ma con un po' di incertezza. Dopo neanche un minuto, due-tre rondini lo hanno affiancato (mio marito dice che lo hanno cacciato) e tempo qualche altro giro, sempre più largo, lo abbiamo visto sparire nel cielo.